Scusate il disturbo. Una versione umoristica dei disturbi di personalità

Illustrazioni interne di: Lorenzo Recanatini

Editore: Alpes Italia, 2008
ISBN: 9788889923276

“Scusate il disturbo” consiste nella personale lettura dell’autore, in chiave umoristica, dei Disturbi di Personalità.

L’umorismo, ha detto ad un seminario Anna Maria Sorrentino, è un mettere a fuoco le cose da una posizione i distanza. Mi piace molto questa definizione e la condivido. Penso che l’umorismo sia un importante strumento conoscitivo, intuitivo e sincretico, un modo divertente e stimolante di osservare le situazioni, guardandole da un punto di vista “diverso”, profondamente creativo, che ci aiuta a ricordare ciò che impariamo. Essendo una rielaborazione umoristica di cose prevalentemente lette, mi sembra prioritario partire citando chi ha scritto le cose da me utilizzate.

I “Criteri diagnostici generali per i Disturbi di Personalità” e quelli specifici di ognuno dei disturbi da me considerati sono tratti dal “DSM-IV, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, dell’American Psychiatric Association, edito da Masson nel 1999. Le “Ipotesi patogene”, le “Caratteristiche interpersonali” e i “Criteri necessari e di esclusione”, propri di ciascun disturbo, sono tratte dal bel libro di Lorna Smith Benjamin “Diagnosi interpersonale e trattamento dei disturbi di personalità”, edito da LAS-Roma nel 1999. Le considerazioni inerenti i tre cluster derivano da appunti da me presi durante un seminario tenuta ad Ancona, nel giugno del 2002, dalla dr.ssa Anna Maria Sorrentino.

Curare Ridendo

L’intervento psicoterapeutico attraverso le storie divertenti

Illustrazioni interne di: Lorenzo Recanatini
Editore: Alpes Italia, 2009
ISBN: 9788889923511

“Di che cosa soffre un italiano con un braccio più corto?”

DISTURBO DEL LINGUAGGIO! (Da eterna disturbata del linguaggio, eterna bi-nazionale e mediatrice tra diverse culture nazionali e psicoterapeutiche) saluto con grande piacere l’arrivo del bestseller-libro “Cult” negli ambienti psicoterapeutici tedeschi- di Bernhard Trenkle.

Nella saletta di attesa di Sigmund Freud il visitatore trovava un solo libro di lettura: l’opera omnia di Wilhelm Busch, grande caricaturista tedesco. Ridere prima di sdraiarsi sul lettino dello psicoanalista? L’humor, il “Sense of humor” come risorsa da utilizzare in psicoterapia? In quasi tutte le culture esistono barzellette sui cosìdetti “matti” e sui medici psichiatri, psicologi o neurologi, ma è solo da poco tempo che si sta diffondendo l’uso dell’ironia, della risata come metodo terapeutico, aprendo nuovi canali di esperienza e comunicazione. Attraverso le sue vastissime raccolte di barzellette e aneddoti di satira internazionale, Bernhard Trenkle ha già creato un manuale di 3 volumi, di cui presentiamo qui il primo (35 000 copie vendute nella sola versione tedesca).

Utilizzando storie divertenti ,spesso di humour nerissimo e “spinto”, Trenkle “mette a nudo” tanti comportamenti umani, “spiega” e illustra concetti psicoanalitici e tecniche di psicoterapia, sopratutto della terapia familiare e della ipnoterapia ericksoniana! Ma Trenkle è soprattutto un maestro del “Parlare Milton”, cioè dell’abile gioco con i diversi livelli del linguaggio verbale e non verbale. L’uso delle implicazioni e del “Code switching” – in pura tradizione Ericksoniana- adirittura dialettale, purtroppo non trova sempre la corrispondenza nell’altra lingua. Dispiace: non tutto si può tradurre- ma vi assicuro che è stato fatto tutto quello che era possibile!

Trenkle è divertito dai paradossi, dai non-sense, dalle trappole della vita “commedia tragica”; ed è un grande story-teller, uno che sa raccontare, e mentre ridi, rimani con il pensiero sospeso… “La faccia ve l’hanno data…ridere dovete farlo da soli” (altra dedica): auguriamo ai lettori italiani uno sguardo divertito sullo stato dell’arte psicoterapeutica!

Brigitte Stubner

Curare Ridendo rappresenta un buon spunto di riflessione per tutti quei clinici un po’ più “ingessati”, per quelli più “scettici” e per coloro che sono semplicemente curiosi di avvicinarsi ad una dimensione in cui terapia e comicità possono integrarsi, e dove la risata può essere utilizzata al servizio del percorso di guarigione. Il testo inoltre, per la sua brevità e scorrevolezza, è indicato anche per tutti i non clinici, che hanno la curiosità di avvicinarsi a dei concetti, anche complessi, del mondo psicologico con leggerezza e semplicità. Un testo per ricordarci e farci riflettere su quanto è vero, in fin dei conti, come dice Pablo Neruda, che “ridere è il linguaggio dell’anima

Change: la formazione e la soluzione dei problemi

Un breviario di tecniche per risolvere i problemi umani e per imparare a non crearli. Lo spionaggio inglese, il maggio francese, la rivoluzione culturale cinese, la pornografia, l’utopia, l’agorafobia, Wittgenstein, Kruscev, Kavafis, Groucho Marx – “exempla” o modelli di una teoria del cambiamento, per un mondo dove abitualmente plus ça change plus c’est la meme chose.

Paul Watzlawick (professore di psichiatria alla Stanford University e ricercatore al Mental Research Institute di Palo Alto) è il principale autore di Pragmatica della comunicazione umana. Pubblicata negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, in Italia nella presente collana, e in quasi tutto il mondo, l’opera di Watzlawick può a buon diritto definirsi una ‘summa’, straordinariamente lucida e organica, delle ricerche svolte dal cosiddetto Gruppo di Palo Alto sotto la guida teorica di Gregory Bateson e quella clinica di Don D. Jackson – e la sua diffusione viene qui sottolineata perché ipotesi e teorie in essa formulate hanno trovato, come raramente accade, una pronta verifica su un terreno pratico anche in contesti socioculturali assai diversi da quello statunitense.

Il richiamo alla Pragmatica è necessario perché il presente libro ne è lo sviluppo coerente. L’accento è ancora posto sugli aspetti ‘pragmatici’ della comunicazione umana, sul che cosa accade ‘qui e ora’, anche se a essere studiati sono fenomeni antichissimi quali la persistenza e il cambiamento nelle vicende umane. “Di teorie sul cambiamento ce n’è a bizzeffe”, scrive Milton H. Erick-son nella prefazione, “ma è la prima volta che in una teoria del cambiamento viene assunto seriamente ad oggetto di analisi il cambiamento stesso per accertare sia come si verifica spontanea mente sia come si può provocarlo”.

Se in ultima analisi gli autori elaborano una teoria del cambiamento, occorre però tener presente che il percorso da loro compiuto va dalla pratica alla teoria (e non viceversa). La pratica è quella esercitata al Brief Therapy Center di Palo Alto, fondato nel 1966 da Richard Fisch (psichiatra, ricercatore come Watzla-wick e Weaklanfl al Mental Research Institute) e da lui diretto unitamente a John Weakland (antropologo, collaboratore di Bateson nella messa a punto di uno studio ormai classico della letteratura psichiatrica, “Verso una teoria della schizofrenia”, tradotto in // doppio legame, a cura di C. E. Sluzki e D. C. Ransom, Astrolabio 1979).

Gli autori non divulgano risultati, ma non temono di dare indicazioni precise e di proporre alternative concrete a una ‘psicoterapia diventata un processo inumano’ se a farne le spese è la sofferenza reale dei pazienti. Avvertono infine che i principi da loro individuati possono anche valere per i grandi sistemi sociali e le relazioni internazionali e aprono così un discorso con un pubblico ben più vasto di quello degli psicoterapeuti, cioè con tutti coloro che non sono affatto disposti ad accettare lo stato attuale delle cose pur sapendo che non saranno mete utopisti-che a cambiarlo. Di Paul Watzlawick è inoltre apparso, in questa collana, La realtà della realtà, nonché il volume La prospettiva relazionale (curato assieme a J. H. Weakland), che raccoglie i più significativi contributi del Mental Research Institute.

Pragmatica della Comunicazione Umana

Le recenti scoperte della filosofia della scienza applicate allo studio del comportamento interattivo umano. Una nuova concezione della malattia psichica e della psicoterapia, basata sulla cibernetica, sulla logica, sulla teoria dei giochi e sulla teoria dell’informazione. È possibile pensare che i rapporti interattivi tra individui siano determinati essenzialmente dai tipi di comunicazione che essi adoperano fra loro?

Due tesi sono centrali in questo libro:

  1. il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) non esiste nell’individuo isolato ma è soltanto un tipo di interazione patologica tra individui;
  2. è possibile, studiando la comunicazione, individuare delle “patologie” della comunicazione e dimostrare che sono esse a produrre le interazioni patologiche

Può capitare a un individuo di trovarsi sottoposto a due ordini contraddittori, convogliati attraverso lo stesso messaggio, un messaggio ‘paradossale’, che chiamiamo patologico. Se la persona non può svincolarsi da questo ‘doppio legame’ la sua risposta sarà un comportamento interattivo patologico chiamato “follia”. Oppure, si consideri un esempio di interazioni patologiche, quelle descritte nel dramma di Albee Chi ha paura di Virginia Woolf?; con un’analisi puntuale del testo gli autori svelano le patologie della comunicazione (i giochi, le tattiche, le simmetrie, i vari meccanismi di comunicazione) che predominano in questo spezzone di “ménage cronico” più vero di un documento autentico.

Quest’analisi non si limita a un’interpretazione dei meccanismi interattivi, ma scopre procedimenti pragmatici (comportamentali) che consentono di intervenire nelle interazioni e di modificarle. ‘Paradossalmente’, è proprio con l’induzione di ‘doppi legami’, con l’invio di messaggi paradossali, con la ‘prescrizione del sintomo’ e altri procedimenti di questo tipo che il terapeuta riuscirà a sbloccare situazioni nevrotiche o psicotiche apparentemente inespugnabili.

“È un libro molto stimolante. I primi due capitoli sono in senso assoluto tra le più chiare esposizioni attualmente esistenti dell’importanza che la teoria della comunicazione (misurazione dell’informazione, cibernetica, teoria dei giochi e del comportamento economico)* riveste per lo studio delle interazioni interpersonali. Il capitolo sul paradosso è altrettanto lucido. Il resto del volume, grazie a una nutrita successione di esempi, cala la teoria nella pratica, cioè nel teatro, nell’analisi della famiglia e di altri processi di gruppo, e nello svolgimento della psicoterapia. Collegando le origini concettuali con la loro applicazione strumentale, questo è // libro per coloro che desiderano tanto l’utile conoscenza pratica quanto la comprensione scientifica” (KARL H. PRIBRAM).