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Per gli occhi di Elisa

Un racconto per riflettere su un tema di forte attualità di cui probabilmente non si parla mai abbastanza in famiglia

Il racconto che segue, nudo e crudo, ha l’intento di mostrare uno dei tanti aspetti della vita dei giovani adolescenti, un aspetto purtroppo reale e di cui spesso gli adulti ignorano l’esistenza perché convinti che i propri figli siano lontani dal mondo delle droghe e che mai in nessun modo ne verranno a contatto. L’esperienza dei protagonisti di questa storia vuole spingere adolescenti e genitori a riflettere su un tema di forte attualità di cui probabilmente non si parla mai abbastanza in famiglia. L’informazione e il confronto su questa tematica sono di fondamentale importanza affinché si possa aiutare le nuove generazioni a relazionarsi e a vivere in maniera più consapevole.

Molti adolescenti credono che per divertirsi, per evadere dalla noia, sia necessario “sballarsi” e il fatto che si accetti di farlo sporadicamente e solo in alcune occasioni, li tiene lontani dall’etichetta di “tossicodipendenti”. Tuttavia spesso la curiosità, la propensione al rischio e le pressioni sociali impediscono all’adolescente di dire “no” all’invito all’uso.

Le motivazioni che possono spingere gli adolescenti a fare uso di sostanze psicotrope possono essere molte: desiderio di divertirsi o fare qualcosa di diverso; accesso facile alla droga attraverso compagni, amici o ragazzi più grandi; curiosità e desiderio di sperimentare; desiderio di essere accettati dal gruppo; ribellione; depressione; scarsa autostima; sensazione di inadeguatezza sociale; bisogno di superare situazioni stressanti; noia; problemi familiari ecc..

Ma può anche capitare che l’incontro con la droga non sia cercato né lontanamente voluto e avvenga in maniera inconsapevole: così quello che agli occhi degli adolescenti può apparire come un gioco innocuo e divertente, a volte può trasformarsi in una tragedia irreparabile

a cura della Dott.ssa Santa Maggio

Per gli occhi di Elisa

La prima volta che aveva incontrato quegli occhi Luisa sapeva che non se ne sarebbe mai staccata.

Verdi come l’erba dei prati. C’era un volo d’anime nel loro sorridere alla vita. Elisa era un turbinio di entusiasmi, di passioni, di emozioni, più di una sorella, un prezioso punto di riferimento che le dava equilibrio ogni volta che vacillava.

Ora vederli così strabuzzati e spenti le pareva quasi irreale.

-Elisaaaaa, Elisaaaa, perché non rispondi?-

I granelli di sabbia si confondevano con tracce salmastre e quella schiuma bianca sulle labbra era una terribile zona di confine.

Elisa era volata via senza dirle nulla.

Ore prima

-Luisa perché hai deciso di farlo? Perché non vuoi ascoltare i miei consigli? Tu sei una brava ragazza, non hai bisogno di divertirti così. Quel Mike non mi piace, poi è tanto strano.-

-Ahaha! Elisa, sei sempre in ansia per me! Possibile che non mi dai mai fiducia?-

-Dati i precedenti, forse un po’ di ragione ce l’ho, no?-

-Mike è figo, voglio giocarci un po’! Sai cosa intendo: due bacetti, una festa sulla spiaggia con i suoi amici. Cosa vuoi che possa capitarmi? Magari, mettici pure qualche bicchierino di vodka o altri alcoolici, ma, tranquilla, non voglio impasticcarmi. Poi, se proprio ci tieni, c’è un amico di Mike, che ti fa il filo. Non lo dà a vedere perché è un timidone, ma per me è un tipo a posto.-

-Chi? Quello coi rasta che ha un viso d’angelo e due occhi dolcissimi?-

-Sì, proprio lui!-

-Non è male per niente ma… Davvero tu lo vedresti con una come me?-

-Uhm, di primo impatto forse no, però conoscendovi potrebbe scoccare la scintilla. Perché non vieni con noi?-

-E che scuse trovo con i miei? Sai bene che sono severissimi. Abbiamo solo sedici anni, ricordi?-

-Possiamo dire ai nostri rispettivi che abbiamo organizzato un pigiama party, che ne pensi? Che vuoi che succeda? Intanto ci divertiamo e tu mi controlli sul posto, visto che sei di gran lunga più saggia di me-

-Va bene, Luisa, mi hai convinto! Speriamo di non cacciarci in un bel guaio! Chi le sentirebbe le loro lamentele?

-Fidati, Eli, è tutto a posto. Non corriamo pericoli e, se non vuoi bere, non bevi. Se vediamo che la situazione degenera, con una scusa andiamo via. Alle 20:00 ti aspetto a casa. Metti in uno zainetto insieme al pigiama l’occorrente per la spiaggia. Mike verrà a prenderci con la sua auto una mezzoretta dopo. Hanno scelto un tratto di spiaggia abbastanza isolato, dice che lì spesso ci sono feste speciali.

-Ok, non mi sento tanto tranquilla, ma non ti lascio da sola.

Il pomeriggio trascorse rapidamente e convincere le mamme fu una passeggiata. Si conoscevano da una vita e si fidavano abbastanza di quelle figlie dalla faccia pulita per dubitare.

Elisa optò per un costume intero nero abbastanza sobrio, non voleva che quel tipo si facesse chissà quali idee sul suo conto.

Luisa, invece, trasgressiva, scelse un due pezzi molto mini di colore bianco che metteva in risalto la sua pelle abbronzata.

Al suono del citofono trasalì. Aveva uno strano presentimento, ma forse si trattava semplicemente della paura di amoreggiare con un ragazzo più grande. Era completamente fusa per Mike e sapeva di non poter mantenere tutte le promesse fatte ad Elisa.

-Sali- le disse con un tono di voce basso.

-Che c’è? Hai cambiato idea?-

-No, no, fantasticavo! Mike e io.. stasera … insomma… se succedesse, non ti deluderei, vero?-

-Voglio solo che non ti faccia del male da sola. Se ritieni che sia giusto, non posso impedirtelo, ma sta’ attenta!-

Luisa le schioccò un bacio sulla guancia e si sentì sollevata.

-Mia mamma è uscita, le scrivo un bigliettino ricordandole che non deve aspettarmi stanotte e andiamo via.-

-Va bene! Tu, intanto, cambiati se lo ritieni opportuno. Posso prestarti dei trucchi. Un bel rossetto rosso sulle tue labbra carnose starebbe a meraviglia e un po’ di mascara metterebbe in risalto i tuoi occhi verdi. Dai, stasera possiamo esagerare un po’, che dici?-

-Mi hai convinta. Magari quel tipo cambia idea e mi lascia tranquilla.-

-Dubito! Dovrai starne alla larga, altrimenti..-

-No, Luisa, non voglio innamorarmi adesso. Gli studi sono molto più importanti. C’è tempo per l’amore.-

-Quanto sei seria! Ma ti voglio un gran bene per questo!-

Si abbracciarono e scesero contente.

Mike fu puntualissimo. In macchina c’era anche il suo amico, manco a farlo apposta. Elisa guardò Luisa inviperita.

-Non ne sapevo nulla, giuro!- le sussurrò stupita.

-Voglio crederti!-

Quando arrivarono in spiaggia, c’era già tanta gente, molti ragazzi che non conoscevano, musica ad alto volume, falò dappertutto e fiumi di alcool e fumo.

-Mettetevi comode- suggerì Mike.- Noi andiamo a prendere da bere.-

-Io non bevo- ribattè Elisa stizzosa.

-Come vuoi, tranquilla!- si affrettò a dire l’amico di Mike.- Piacere, io sono Luca. Possiamo fare una passeggiata.-

-Ci vediamo dopo.- Luisa le strizzò l’occhiolino e seguì Mike. Elisa si fece coraggio per superare la timidezza e accettò la proposta di Luca.

-Sei bellissima, stasera, Luisa! E quel costume sottolinea le tue curve mozzafiato. Tieni, beviamo birra per il momento.-

Per una astemia, già dal primo sorso la birra mandava in confusione.

-Non ti sei mai ubriacata, vero?- le domandò Mike che cominciava a prenderci gusto.

-No, no, mai! Adesso vorrei andare dalla mia amica, non conosce nessuno e potrebbe annoiarsi.-

-Tranquilla! Ho detto a Luca di occuparsene, è il tipo giusto, non aver paura. Noi possiamo anche fare altro.-

E cominciò a baciarla facendo scivolare le mani sui seni. Luisa rispose a quel bacio appassionatamente e fare l’amore fu così naturale che i loro corpi proprio non riuscivano a staccarsi.

Luisa era strafelice ma pensava ad Elisa. Dall’inizio della festa non si erano più viste e si domandava che fine avesse fatto.

-Mike, vado a cercare la mia amica!- Fece per rivestirsi quando si sentì nuovamente posseduta con una frenesia irresistibile, cedette e dimenticò Elisa per molto altro tempo ancora.-

Dopo la birra, avevano bevuto anche vodka e la lucidità cominciava a venir meno.

Elisa intanto aveva chiacchierato a lungo con Luca, era un ragazzo sensibile e stava bene in sua compagnia. Aveva la gola secca e il caldo era terribile.

-Ho voglia di bere- gli confidò a un tratto.

-Qui non abbiamo acqua, solo alcoolici.-

-Che vuoi che possa farmi un solo bicchierino?-

-Vado a prenderlo e ti raggiungo-

Luca attendeva quel momento dall’inizio. Si avvicinò ad un gruppo di amici e si fece dare una pasticca di ecstasy.

-Questa ha un taglio speciale. La prendi e voli- gli dissero. Non ci dette peso. Riempì un bicchiere di vodka e vi sciolse l’ecstasy. Quella ragazza gli piaceva molto e sapeva che, senza un aiutino, non avrebbe ceduto alle sue avances.

Quando glielo porse, Elisa gli sorrise. Lo mandò giù tutto d’un fiato tant’era assetata.

-Grazie! Adesso mi sento meglio!-

Luca le si avvicinò per coccolarla un po’, ma notò subito il suo pallore e le gocce di sudore sulla fronte.

Stramazzò a terra e spalancò gli occhi. Dalla paura fuggì e la lasciò sola.

-Cazzo! Questa muore davvero!-

Non si voltò più a guardarla. Elisa era già morta.

Luisa barcollava e Mike era strafatto, aveva fumato coca. D’un balzo corse via col cuore che le scoppiava in petto. Forse era l’alcool o il terrore che fosse accaduto qualcosa. I volti erano indistinti al buio e ovunque c’era gente stravaccata e seminuda, completamente persa. Ad un tratto la riconobbe. Luca non era con lei ed era stesa. Immobile!

Contò i passi che le separavano. Cinquanta. Troppi!

Provò a scuoterla, a chiamarla con un filo di voce, a urlare il suo nome fino alle stelle. Elisa non c’era più.

-Che cosa ti ho fatto? Avevo giurato che non sarebbe accaduto nulla, invece ti ho lasciato andar via per sempre.-

Nessuno accorse e la spiaggia lentamente si svuotò. Compose il numero della polizia e dei suoi genitori.

All’agente spiegò che si trovava nel tratto di spiaggia delle feste speciali e in breve si udirono le sirene.

-Mamma… Dovete venire in spiaggia… E’ successo un casino…Qui c’è la polizia ed Elisa è morta-

– In spiaggia? Ma… Mamma, poi ti spiego, promesso… Ho bisogno di te, adesso! Percorri la litoranea, noterai subito le auto-civetta. Se puoi, chiama i genitori di Elisa, di’ che c’è stato un incidente.. Cercherò di spiegar loro l’inspiegabile. Ho paura, mamma, ho paura!-

Gli agenti cercarono di rassicurarla. Era palesemente terrorizzata e sconvolta. Aveva brividi dappertutto.

-Prendetevela con me. L’ho uccisa io. Lei non voleva venire, l’ho persuasa in ogni modo. Non potevo immaginare che finisse così. Era la mia migliore amica, una bravissima ragazza.-

Tese le mani aspettando le manette.

-Signorina, lei non c’entra. Ci spiace per la sua amica, vi siete fatte trascinare da compagnie non adatte alla vostra età. Credete di divertirvi e finite col perderci la vita Se ci aiuta, acciufferemo i responsabili-

-Mi avete ascoltato? Lei aveva detto che non voleva bere. Non so che cosa è accaduto. Purtroppo non ero con lei.-

-Faremo le opportune analisi. Probabilmente qualcuno ha sciolto dell’ecstasy offrendole da bere.-

Le venne in mente Luca, quello dalla faccia d’angelo e dalla mente diabolica. Non conosceva neppure il cognome. Erano spariti lui, Mike, tutti.

Quanta solitudine poteva esserci su una spiaggia all’improvviso deserta!

-Con chi siete venute qui?-

-Con amici o così pensavo-

-Sapresti descriverli?-

-Certo!-

-Più tardi in centrale ci fornirà i dati necessari-

-Figlia mia, come stai?-

La voce calda e preoccupata di sua madre la riportò alla realtà.

-Mamma, perdonami! Ho combinato una cazzata e per colpa mia Elisa.. Sono stordita ma sono viva, dovevo esserci io là, non lei.-

-Elisaaaaaaaaa!-

L’urlo disperato della madre davanti al corpo senza vita della figlia le trapassò il cuore raggelandola.

Finirono le parole, i pensieri. Si spensero anche le lacrime e tutte le stelle. Il cielo era una cappa nera e vuota.

-Volevo bene ad Elisa e non mi perdonerò mai. Non riesco a dire altro, mi creda. Neppure se mi sforzassi..-

Tremava. Tremavano.

-Benedetta ragazza, che vi è saltato in mente? La mia Elisa seria, brava, giudiziosa.. Ti voleva bene anche lei. E adesso? Non la sentirò più ridere, cantare, parlarmi. Non la sentirai più… L’abbiamo persa entrambe! Perché ci avete mentito? Perché?-

-Posso morire anch’io adesso. Che senso ha continuare?-

Un ceffone ruppe il silenzio e le lacrime riaffiorarono in superficie senza potersi perdere più in quegli occhi, negli occhi rassicuranti di Elisa.

-Mamma!-

Si abbracciarono finalmente.

-Elisa non doveva venire stasera. L’ho convinta io, volevo farla divertire. Sempre così precisa, ligia al dovere, più grande della sua età.. Poi, giunte in spiaggia, ci siamo separate. Mi sono appartata con un ragazzo che ho conosciuto ultimamente. Siamo stati insieme a lungo. Elisa à rimasta con un amico che le ho presentato, dovevano fare una passeggiata. Nulla di che. Ad un tratto l’ho cercata e l’ho trovata così. Mamma, Signora, credetemi, non volevo, non volevo.. Elisa era molto preziosa per me..-

– Hai avuto la tua lezione. Mentire non serve a nulla. Non è un sano divertimento questo!-

-Elisa voleva studiare e diventare chirurgo. Era il suo sogno e s’impegnava ogni giorno-

-Sono io la pecora zoppa, Signora e lei mi sosteneva sempre ascoltandomi, correggendomi.-

-Vienimi a trovare di tanto in tanto, raccontami di lei, della vostra amicizia, dei vostri pensieri-

Luisa si sentiva lacerata. Restò in silenzio finché non arrivarono in centrale. Descrisse in maniera particolareggiata Mike e Luca, purtroppo non conosceva il loro cognome.

-Li troverete ai giardini. Si incontrano lì alle 12:00 circa, ogni giorno. Qui a Sapri li conoscono in molti. Suonano anche in una band.-

-Grazie per la collaborazione. Adesso può andare.-

Era quasi l’alba. Il cielo non le bastava più. Per gli occhi di Elisa doveva diventare molto più grande. Immenso.

Luisa si coprì il volto e scivolò in un sonno profondo per dimenticare.

(Angela Aniello)