Giochin Giocherello

Una filastrocca per riflettere sull’importanza del gioco per i bambini

La filastrocca che segue permette di riflettere sull’importanza del gioco per i bambini. Spesso si pensa al gioco come ad un’attività per passare il tempo divertendosi, ma per i bambini non è solo questo: è uno spazio privilegiato dove il piccolo scopre e si misura con il mondo.

Se osserviamo i bambini mentre giocano, possiamo notare quanto impegno ci mettono, quanta organizzazione e quante energie sia fisiche che psichiche sono coinvolte; il gioco per loro è paragonabile al lavoro che gli adulti svolgono e per questo si impegnano con serietà.

Attraverso il gioco, i bambini incominciano a comprendere il funzionamento degli oggetti, a familiarizzare con regole di comportamento e regole sociali, imparano ad essere perseveranti e fiduciosi nelle proprie capacità e sviluppano la creatività e la motricità sia fine che globale. Nel gioco il bambino sviluppa le proprie potenzialità intellettive, affettive e relazionali.

Le attività ludiche, a cui i bambini si dedicano, cambiano di pari passo con il loro sviluppo intellettivo e psicologico, ma rimangono un aspetto fondamentale della vita di ogni individuo, in tutte le fasce d’età.

 A volte i bimbi che giocano sono rumorosi e possono infastidire gli adulti, ma è necessario garantire e restituire ai piccoli il tempo e lo spazio per dare libero sfogo a tutte le loro pulsioni interne assicurando la complicità e la guida degli adulti che rimangono, anche nel gioco, i punti di riferimento essenziali.

Non dimentichiamo che il gioco non è solo un’attività ludica ma è un Diritto dei bambini sancito nell’articolo 31 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, spetta a noi adulti favorirlo, guidarlo e promuoverlo.

a cura della Dott.ssa Santa Maggio

Giochin Giocherello

Giochin giocherello
guarda il mondo
quant’è bello
se ci uniamo noi bambini
per sentirci più vicini.
Ci vorrebbero perfetti,
senza remore o difetti,
tutti in fila e ordinati,
non sia mai indisciplinati!
A noi piace rotolare,
saltellare e poi urlare,
correr veloci e in libertà,
è disordinata la felicità.
Coi colori a più non posso
tutt’intorno appare smosso,
san di canti e san di fiori
se stiam fuori i nostri cuori.
Siam concenti e c’è un perché
non abbiamo mai un se:
andiamo avanti con tante storie
siamo stufi delle scorie.
Fra budini e patatine
noi cresciamo senza fine.
I mostri? Per carità!
Senza paure ovunque si va!
Giochin giocherello
spiega al mondo
che il gioco è un gioiello:
su, lasciateci giocare,
non c’è un tempo per sognare!

(Angela Aniello)

 

Dov’è tenerezza, c’è magia…

Una filastrocca per riflettere sul ruolo e sul valore
della ninna nanna per i bambini

La ninna nanna che segue regala al lettore un tuffo nella tenerezza.

La via della tenerezza giunge prima al cuore, ad ogni cuore, senza età!

Parole delicate, affettuose e rassicuranti che restituiscono quel calore sperimentato nella prima infanzia, quando tenere stretta la mano della mamma è vivere di più.

Cantare la ninna nanna è un rituale che ha origini antichissime e ha l’obiettivo principale di fare addormentare.

Ma una ninna nanna è molto di più di una strategia per favorire il sonno; se accompagnata dal contatto fisico, dal dondolamento, dal canto e da un tono di voce delicato e dolce, rappresenta per i bambini la prima esperienza emotiva, affettiva e sociale.

Oltre a rilassare, la ninna nanna sollecita lo sviluppo cognitivo e linguistico dei bambini e favorisce il legame di attaccamento con le principali figure di accudimento che offrono loro fiducia, sostegno e sicurezza.

Il valore della ninna nanna è rimasto invariato nei secoli proprio perché la persona che la canta, crea per il bambino i presupposti per la comunicazione. Piace molto nei primi anni di vita ed ha un fondamentale valore educativo in quanto arricchisce il vocabolario e la sensibilità musicale dei bambini.

La musica e il canto inducono a sognare e nel sogno felice si congiungono affetti ed emozioni in un totale abbandono. A se stessi. Alla vita che insegna! Alla vita che si sogna!

a cura della Dott.ssa Santa Maggio

Dov’è tenerezza, c’è magia…

Quand’è notte, ti dico che la tenerezza  si fa strada nel fondo  delle cose, in quel nocciolo stesso del vivere che collega l’amore alle parole. Incarna il volto di una mamma che contempla il suo bambino. Sa brillare come la più luminosa delle stelle. Fa innamorare della tua bellezza e si congiunge all’alba dopo aver vegliato su di te.
Quand’è notte,  ti dico: “Gioisci! Io ti sono vicina. Tu sei il mio centro. Lo sei sempre stato. Anche prima di arrivare per quanto t’ho desiderato.
Quand’è notte, ti dico: ”Sorridi! Perché è così che si impara ad amare, sapendo che è come uno specchio il nostro amore in cui ci possiamo arrotolare, contemplare e abbracciare. Tuffati pure nei miei occhi, son come braccia da allargare!
Quand’è notte, ti dico: “Non aver paura! Sono ali bianche i miei fianchi, pronti a farti volare. Solletichiamoci l’un l’altra imparando a camminare. Lasciamole agli altri le confuse parole, a noi bastano i profumi, i colori, i suoni, a noi basta possedere il respiro infinito delle cose e trovare il tempo, un tempo tutto per noi.
Quand’è notte, ti dico: “Ascolta! Ascolta quello che ti sto per sussurrare e, sia pure sbadigliando, fallo battere, fallo tremare sempre il cuore!”

Fai la ninna, piccolino,
sono belli gli occhi tuoi,
conterò  baci fino al mattino
per condurti dove vuoi.
Son colorati i battiti del cuore,
tenerezze a volontà,
te lo dico con amore,
mi commuove la tua età.
Fai la nanna, piccoletto,
e ti stringo forte al petto,
volando  qua fra le mie braccia,
la paura non s’affaccia.
Mi rapisce il tuo linguaggio
del silenzio il più bel messaggio,
son chiarori i tuoi respiri
e strade snodano i tuoi sospiri.
Ninna nanna, cucciolo mio,
dormi tranquillo,
ci sono io!
Il mondo è fuori, lascialo là,
non aver fretta,
il domani arriverà.
Diverranno fiori le tue radici,
ne sono certa,
la mia felicità tu benedici,
che meravigliosa scoperta!

(Angela Aniello)

 

La finestra dei bambini

Una filastrocca per riflettere sulla comunicazione delle emozioni

La finestra dei bambini

Oh, finestra, finestrina,
apriti per me stamattina,
quello che volevo dirti
ce l’ho nel cuore,
tu non stupirti…
me lo racconta il tuo amore!

Volevo solo più felicità,
far stare bene mamma e papà!
Finestra mia, non chiuderti mai,
che tu mi ascolti,
è importante, lo sai!

Noi bambini vogliamo attenzione,
abbiam bisogno di esser gioiosi, 
tu ci regali tanta emozione, 
i grandi, a volte, son proprio noiosi,
li vuoi abbracciare e son stressati,
ma, ahimè, noi vogliamo essere amati.

Oh, finestrina, diglielo tu,
che un attimo, un’ora,
non voglio di più.
Adesso io vado e un bacio ti do,
andrò a sognare e più sereno sarò!

(Angela Aniello)

Ogni bambino ha una finestra che racchiude una grande ricchezza, se si sbircia dentro si può vedere un mondo meraviglioso, pieno di colori allegri, di storie bizzarre, ma anche zone tristi e buie; e quando il mondo dei bambini si tinge di colori scuri spetta agli adulti spalancare quella finestra e far entrare luce per permettere ai bambini di tirare fuori tutti i loro vissuti e le loro emozioni.

I bambini hanno sempre molto da dire, non ho mai conosciuto nessun bambino tanto timido e “chiuso” da non riuscire a parlare per ore, hanno solo bisogno di qualcuno che li ascolti perché, parlando, si misurano con le proprie capacità espressive, si confrontano con il loro mondo interiore. Solo parlando i bambini riescono a sciogliere il groviglio di idee, parole, sentimenti ed emozioni che hanno dentro e la cosa più bella che può fare chi ascolta è raggomitolare con ordine e pazienza i loro vissuti, restituendoli ai bambini con entusiasmo, in una forma più chiara, comprensibile e sicuramente più facilmente accettabile per loro.

Ma la frenesia di ogni giorno spesso impedisce agli adulti di dedicarsi ai propri bambini e il poco tempo, che sia ha a disposizione per la famiglia, finisce spesso per essere un tempo di stress e di fatica in cui spesso si vive il fallimento dell’azione educativa.

Ma i bambini ci forniscono già la soluzione:

Oh, finestrina, diglielo tu,
che un attimo, un’ora,
non voglio di più”

Più che la quantità del tempo che si dedica ai bambini, conta la qualità. Può trattarsi di “un attimo o un’ora”, ma se intensi e vissuti a pieno valgono moltissimo, valgono più di un sacco pieno di regali, più di un intero guardaroba nuovo, molto molto di più…

a cura della Dott.ssa Santa Maggio